Kristian Julia: 1° Giorno

Vedo solo nero... dove mi trovo?
La testa... mi sta scoppiando!

Aspetta... riesco ad intravedere qualcosa...
Le immagini s'aggiungevano sempre più, rendendo al ragazzo un'idea di dove si trovasse: in mezzo alla strada principale di Shibuya, l'Incrocio dei Grattacieli, come veniva chiamato.
!
S'aggiunsero le immagini delle persone, persone che sembrava non lo vedessero: alcune lo attraversarono pure! La prima volta lui quasi cadde, toccandosi il petto, come se credesse gli fosse entrata dentro...
Ma cosa sta succedendo? MI VEDETE???
Allora qualcuno parve sentire, girandosi verso di lui: una ragazza.

Ehi! Come ti permetti!?

Solo allora il ragazzo notò l'amarezza con cui disse quelle parole: le parole della sua lingua, tagliente come un rasoio, erano in contrasto con la delicatezza della sua mano.
... Noi? Di cosa parli?

Ah, il prezzo per la speranza di nuova vita fu la memoria della vecchia.

... prezzo d'entrata? Per cosa, scusa?

L'ignaro ragazzo disse così, non sapendo di cosa parlasse: si guardò attorno, avvertendo una strana presenza, ma poi ritornò a guardare lei.
Non capisco di cosa stai parlando... l'unica cosa che so' è che solo tu riesci a vedermi...

... una nuova vita...?

Il ragazzo la osservò curioso.
Che senso ha avere una n... un attimo... hanno pensato fossi vivo!? Intendi che... non lo siamo!? Non è possibile... non possiamo essere morti!

Il ragazzo si rese conto della cruda realtà: non potevano essere come gli altri, se essi gli passavano attraverso... Erano come fantasmi invisibili, non erano più umani.
... non ricordo nulla di ciò che accadde prima... Ma non devo farmi prendere dal panico.

Piacere...

Disse il ragazzo stringendole la mano: era decisamente strano sentire una cosa, sapendo che è totalmente un'altra dal suo atteggiamento!
Beh... Potresti dirmi cosa sarebbero queste miss... Uh?

Ed i cellulari di entrambi vibrarono, avvertendoli con un rapido suono dell'arrivo di un messaggio.

Il ragazzo, tempestivo, premette il tasto per leggere il messaggio:
Trovatevi di fronte all'edificio 104. Tempo limite: 60 minuti. Fallite, e verrete eliminati.
Un rapido ma forte dolore colpì la mano sinistra di entrambi, che rapidamente guardarono il palmo: vi era un conto alla rovescia, la missione era iniziata. Un altro messaggio arrivò, ed entrambi lessero:
P.S. Fate un patto con un altro Giocatore: basterà accettare entrambi per farlo funzionare.
Un... patto? Oh, giusto, il mio nome è Karistan Kisaragi...

Il ragazzo non sapeva, ma il patto era obbligatorio per rimanere nel gioco: infatti, per sfruttare i poteri nell'Undergroung, bisognava farlo.

Beh... potremmo farlo noi due, non credi?

Fu ciò che disse il ragazzo, ritenendo necessario questo: in fondo, lei era l'unica che era accorsa per lui; gli altri? L'avevano ignorato. Tuttavia, questo prezzo d'entrata pareva insopportabile: una settimana d'insulti! L'avrebbe retta?

Senti! Io ci tengo alla mia vita, ai miei ricordi, alla mia salvezza! Non importa cosa dovrò fare, lo farò! Tornerò in vita, ma voglio aiutarti! Vuoi capirlo!? Tu sei l'unica che è venuta a spiegarmi tutto, quindi devo ricambiare!

Il ragazzo, dopo la rapida irata, tirò un lungo respiro, chiudendo gli occhi. Li riaprì guardandola, tornato calmo.
Ok? In fondo... non credo sia la forza fisica che serva... Dobbiamo solo andare lì...

All'inizio della sfuriata di lui, lei si allontanò di qualche passo preoccupata: sembra dura e cattiva per le parole che non vorrebbe pronunciare ma che le escono sole dalla bocca, ma, piano piano, osservando i suoi movimenti, forse ha piu' paura e timidezza lei che di tutti in giro, proprio come un animale feroce che si spaventa alla vista di un agnellino. Divenne triste e non spiccicò una parola di bocca, però, un paio di volte, l'aprì cercando di trovare le parole per dirti qualcosa, ma non ci riuscì: gli fece solo segno con la mano destra sulla mano con il timer, gli prese con la mano destra il polso sinistro ed iniziò a camminare.

Il ragazzo s'ammutolì, seguendola quasi senza fiatare. Aveva perso la pazienza, e se ne dispiaceva.
... scusa.

Non gli parlò per tutto il traggitto, però lo condusse all'Edificio 104 usando solo 15 minuti di tempo a disposizione.
Lasciò il braccio di lui e si sistemò, allontanandosi dal giovane di qualche passo.

...

Il ragazzo era notevolmente dispiaciuto, e s'avvicinò la mano con il timer al viso: allora notò che il timer non c'era più.
Fatto...

Ce ne possiamo pure andare a dormire...

Non così in fretta.
! Chi ha parlato!?

Chissà chi sono, eh? Aaaanyway... preparatevi ad essere eliminati!
Scordatelo! Abbiamo eseguito la missione!

Il ragazzo, infuriato, si guardava attorno: vide un'ombra in un vicolo, quando ad un tratto qualcosa di strano apparve... alcuni strani segni rossi, bidimensionali, come la carta! Da lì apparvero... delle rane?

Tuttavia, le rane rimasero ferme; pareva che il Mietitore imponesse loro di stare ferme.
Non c'è alcun divertimento nell'attaccare due ragazzi che ancora non hanno fatto il patto... ma non importa, siete solo due, gli altri ci divertiranno di più!
Le rane saltarono verso di loro, facendo un lunghissimo salto.
Jurï, il patto! Accettalo! Dobbiamo battere queste stupide rane! Magari serve a qualcosa!